FAQs

Non esiste una regola fissa, ma l’intervento chirurgico viene preso in considerazione quando i trattamenti conservativi non hanno dato beneficio dopo alcune settimane o mesi, oppure se sono presenti deficit neurologici (perdita di forza, sensibilità, controllo sfinterico) o patologie che possono peggiorare rapidamente. Ogni caso è valutato in modo individuale, tenendo conto della qualità di vita e delle aspettative del paziente
Tutti gli interventi chirurgici comportano un certo grado di rischio, ma grazie ai progressi della neurochirurgia spinale — incluse le tecniche mini-invasive e l’utilizzo del microscopio — oggi le complicanze sono sempre più rare. La valutazione pre-operatoria è fondamentale per ridurre ogni rischio e pianificare l’intervento nella massima sicurezza.
Il recupero dipende dal tipo di intervento eseguito, dall’età e dallo stato di salute generale del paziente. In caso di interventi mini-invasivi, il ritorno a una vita attiva può avvenire in pochi giorni o poche settimane. Per interventi più complessi (come una stabilizzazione o una correzione di deformità) possono servire alcuni mesi di riabilitazione. La ripresa è sempre graduale e seguita da vicino.
Sì. In molti casi si può evitare l’intervento con un trattamento conservativo ben condotto, che include fisioterapia mirata, terapie farmacologiche, infiltrazioni o modifiche dello stile di vita. La chirurgia si propone solo quando le alternative non sono più sufficienti o se vi è il rischio di danni neurologici permanenti.
La diagnosi si basa su una visita specialistica accurata, in cui vengono analizzati i sintomi e l’esame obiettivo, e su esami strumentali come radiografie, risonanza magnetica o TAC. In alcuni casi si eseguono anche esami neurofisiologici. Una diagnosi precisa è essenziale per scegliere la cura più adatta.
Nella maggior parte dei casi sì. La fisioterapia post-operatoria ha un ruolo fondamentale nel recupero muscolare, nella prevenzione delle recidive e nel ritorno a una vita attiva. I tempi e i contenuti del programma riabilitativo variano in base al tipo di intervento e alle condizioni del paziente.
Un po’ di dolore post-operatorio è normale nei primi giorni. Tuttavia, questo viene controllato efficacemente con farmaci specifici. Il dolore legato alla patologia (es. sciatalgia, cruralgia) spesso migliora già nei primi giorni dopo l’intervento, ma può persistere lievemente per alcune settimane.
Sì, con le giuste precauzioni. L’età da sola non è una controindicazione all’intervento. Quello che conta è lo stato generale di salute del paziente, la presenza di altre patologie e una valutazione anestesiologica accurata. Spesso anche in età avanzata si possono ottenere benefici importanti.
Assolutamente sì. Il percorso di cura non si conclude con l’intervento, ma continua con visite di controllo, indicazioni personalizzate e — se necessario — programmi di riabilitazione. Il follow-up serve a monitorare la guarigione, prevenire complicanze e ottimizzare i risultati.
Dipende dal tipo di lavoro e dal tipo di intervento. In molti casi di chirurgia mini-invasiva, si può tornare a lavorare dopo 3-4 settimane. In attività fisicamente impegnative, possono servire tempi più lunghi. La ripresa lavorativa è sempre valutata insieme al medico e varia comunque da caso a caso.
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